Gente di mattina
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Gente strana la mattina per strada.
Perché ha lasciato la casa così presto?
C’è chi cerca un bar per fare colazione, chi beve acqua al bancone e sembra ballare con la canzone, povero deve essere uno strano morbo.
Il barista mattiniero mi confida di passare tutta la giornata fino a sera in quel posto, “i costi non mi permettono del personale che mi aiuti, le bollette, l’affitto…”.
Fuori c’è chi cammina ascoltando una canzone e intonando una strofa famosa di Ron, una scolaresca parte per una gita.
Intanto il nuovo giorno si avvicina, una tenue luce si intravede verso la Val Vigezzo.
La salita al calvario illuminata, è deserta di persone, ma popolata di fischiettanti animaletti che felici salutano il nuovo giorno.
La pace della notte sta per lasciare il posto ad un’altra giornata.
I lampioni della salita illuminano i passi e spostano le ombre, i luccichii dei sassi rendono magico il percorso.
Più su la croce con la sua luce sembra lanciare raggi di speranza in tutte le direzioni.
La fatica della salita è attenuata dai pensieri che liberamente sgorgano dall’anima.
Il soffio del vento fra le fronde sembra voler salutare il passante.
L’inverno sembra non voler lasciare il posto alla primavera, così le montagne scompaiono dietro a nuvole minacciose che sembrano mangiarle. Le alte cime sono ora delle collinette.
Mentre il pullman dei gitanti chissà dove sarà.
Intanto le stelle pian piano vanno a dormire, pronte a dar spettacolo quando anche questa giornata che sta nascendo sembrerà morire.
I ciottoli multicolori del sagrato sembrano sostituire il cielo stellato. I sassi bianchi sono le stelle, quelli neri l’infinito con i pianeti grigi che gravitano intorno.
I monti che si intravedono a sud, ancora ricoperti di neve ricevono la prima luce. Anche oggi il sole sta tornando.
Il cancello semi chiuso mi lascia passare per entrare nel dormiente Calvario.
Laggiù le luci delle case ad una ad una si spengono quando le persone escono per affrontare le fatiche quotidiane.
Il tizio col cane sale guardando il cellulare, mi saluta sorridendo. Com’è strana la gente la mattina presto.
La campana lontana manda anche lei un saluto. Sembra essere molto felice da come fa risuonare lo scampanio.
Ormai è giorno, si spengono i lampioni. Le cose diventano visibili, il mistero della notte scompare. Anche i semafori ritornano in vita.
Gli scuolabus iniziano la loro raccolta.
Gli spazzini regalano una città più pulita.
Il “rosso”, elegante come sempre, entra in un bar.
Buona giornata mondo, buon tutto ragazzi.