Il mio albero preferito è la betulla.
Si distingue dagli altri per il colore della corteccia, così bianco e delicato.
Particolare anche perché è possibile togliere a strisce una parte della sua “pelle” sottilissima come carta.
È una specie pioniera, cioè è una delle prime piante che attecchisce in habitat ostili, preparando il terreno per altre specie.
Dopo una frana, una colata lavica, un incendio, ecco l’occasione per la betulla. È come se godesse dell’opportunità di avere il campo libero, che odiasse gli altri alberi, tanto si trova bene in ambienti sgombri da piante.
Un albero di betulla può invecchiare fino a 120 anni e innalzarsi fino a 30 metri.
È elegante, coltivata per la bellezza, per l’eleganza delle foglie, ed ecco perché compare in alcuni giardini.
In primavera produce foglie verdi, lucide, a forma di rombo, col margine dentato. I fiori maschili chiamati amenti, sono pendenti e dalla forma allungata.
Richiama la primavera, la crescita, la giovinezza, è l’albero della vita, della gioia.
In erboristeria l’infuso delle foglie giovani ha un effetto depurante.
A volte mi sento un po’ betulla, con i miei capelli ormai bianchi, la ricerca della solitudine, la voglia di distinzione, sarà per questo che sono attratto da questa specie arborea.
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Io purtroppo sono allergico alle betulle, anche se con la vecchiaia l’allergia è andata via via scemando, come “scemando” vado io…