Oggi con un tecnico, siamo finiti a parlare delle nostre famiglie, tutte due composte da quattro persone, due adulte e due adolescenti femmine.
Eravamo sulla stessa onda in quanto al dovere/piacere di essere presenti, di non perdere nemmeno un istante della vita delle figlie, perché questa esperienza passa una volta sola, ed è un vero peccato perderla.
Perdere le recite, perdere gli spettacolini, ma anche solo un momento sul divano in compagnia, secondo noi è un crimine.
Si vedono alcuni genitori che invece parcheggiamo i pargoli in ogni dove, facendo fare tutte le cose possibili ed impossibili pur di non aver tra i piedi le loro creature.
Non generalizzo, perché c’è anche chi fa fare attività con sacrificio e sempre seguendo, altri che invece intravedono in queste cose un motivo di libertà.
Eravamo concordi nella necessità di giocare con i figli, di mettersi in gioco, di stare con loro quanto più possibile.
Si scherzava dicendo che possiamo dire che siamo stati a letto con tre donne in contemporanea.
Poi si sottolineava l’affettuosità delle figlie femmine verso il padre.
L’altro giorno, davanti a scuola mi sono soffermato con mia figlia scambiandoci un bacino e una carezza, prima che lei si separasse da me per andare a scuola di musica. Niente di male. Mi sono immaginato però un fotografo giornalista che attratto da questo quadro che vedendo un signore con i capelli grigi in atteggiamento affettuoso con una teenager, facesse subito un articolo con caratteri cubitali “Pedofilo davanti a scuola studentesse”.
La nostra società, sempre alla ricerca del mostro, si perde sulle apparenze, e si lascia magari scappare i fatti gravi, come appunto il genitore assente, i rapporti famigliari arrugginiti.
Mi viene in mente il film “Il mostro” del 1994 di Benigni, che narra di un disoccupato ingiustamente incolpato di una serie di omicidi. Fortunatamente in quel film tutto si risolve nel migliore dei modi.
Ma quanti saranno quelli che, considerati mostri, vengono incriminati e devono poi faticare a provare la loro innocenza?
Come la storia di quel sardo che solo dopo 32 anni è stato scarcerato da innocente, dopo essere stato giudicato triplice omicida.
INFO: https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AFspy4mB
Vero. Spesso si tende a giudicare da un unico punto di vista (il proprio) ma le cose devono sempre essere guardate da diverse angolazioni.